
Villa Ormond
Dal 2014 la nostra sede è situata nella suggestiva location di Villa Ormond a Sanremo, dove gestiamo la ristorazione a favore dell’Istituto Internazionale di Diritto Umanitario, con il quale collaboriamo alla realizzazione degli eventi programmati dalla Fondazione dell’Istituto, sotto il marchio Villa Ormond Events.
Il Parco e la villa: un po’ di storia.
Bellissimo parco nel centro cittadino, a pochi passi dal mare. Una vasta oasi verde, ricca di vegetazione esotica, dove l’elemento architettonico dominante, oltre alla Villa, è la fontana in pietra con putti, opera di Pietro Agosti.
Le piante più significative conservate nel parco sono raggruppate nel prestigioso Palmetum, uno spazio in cui primeggiano due gruppi di palme Phoenix di notevoli dimensioni, una magnifica Erythrina crista-galli, dall’incantevole fioritura rosso sangue, alcune Jacaranda mimosifolia, Cinnamomum camphora, grandi Ficus macrophylla, Corynocarpus laevigatus, Washingtonia filifera, Washingtonia robusta, Caesalpinia gilliesii, Trithrinax campestris, Nolina longifolia, ecc.
Il catasto “napoleonico” del 1812 individuava i terreni oggi compresi nel grande parco Ormond, come perfetti campi destinati ad agrumeto ed oliveto, proprio per la posizione favorevole, ma la destinazione d’usa cambiò pochi anni dopo, con una nuova impostazione francese a sostituzione di quella di parco all’italiana.
L’intera proprietà era della famiglia sanremese Rambaldi, che vendette la villa agli Ormond prima del 1887, l’anno del terremoto che distrusse la frazione di Bussana Vecchia.
Michel Louis Ormond (1828–1901) era un commerciante di tabacco d’origine svizzera, che si trasferì a Sanremo per desiderio della moglie francese, Marie Marguerite Renet (1824–1925), donna di salute cagionevole.
La vecchia villa Rambaldi, aggravata dai danni del terremoto, venne ricostruita per volontà degli Ormond, i quali affidarono il progetto all’architetto svizzero Emile Réverdin, che tradusse la sua formazione parigina in un impianto classico e lineare.
La villa venne completata nel 1889. Il grande parco, ormai, era attraversato dalla via Aurelia, che portava verso il centro cittadino, e dalla ferrovia più a sud. Lo spazio verde venne così modellato secondo la progettualità francese del secondo Ottocento, sull’esempio dell’Alphand e di André.
I terrazzamenti liguri e gli agrumeti vennero eliminati in favore di viabilità comode e panorami sempre variati. Le piante esotiche furono collocate accanto agli ulivi e agli agrumi. Il progetto del parco riprese un andamento a “stanze” con ambienti vegetali molto caratterizzati: palmeto, area dei cedri, antico oliveto, sequenza di Ficus e grandioso panorama centrale ispirato al tema del giardino all’italiana, ancora oggi ben visibile.
Sono stati numerosi gli ospiti illustri di Villa Ormond: i principi di Prussia, il Duca d’Aosta e la celebre principessa Elisabetta d’Austria, sono tra questi.
Dopo la morte di Marie Marguerite - avvenuta nel 1925 - la proprietà fu acquisita, nel 1928, dal Comune di Sanremo e messa a disposizione della nuova progettualità dell’ingegner Pietro Agosti.
Il piazzale situato nella zona retrostante la villa, per le sue dimensioni, negli anni è stato destinato a manifestazioni e cerimonie di premiazione, sportive e artistiche.
La villa, che in seguito fu anche sede del Tribunale di Sanremo, ritornò ad essere sede di eventi, ospitando importanti mostre floreali internazionali, che ancora oggi richiamano un pubblico consistente.
Nel Parco di Villa Ormond, è possibile ammirare il Giardino giapponese, frutto dell’amicizia che unisce la città di Sanremo con la città di Atami.
Su di un tappeto erboso dal verde intenso, sono sistemati in modo fantasioso, massi e pietre che ne mettono in risalto la bellezza e creano un’atmosfera tipica, in armonia con gli alberi e gli arbusti. Particolarmente suggestivo è l’angolo ispirato alla filosofia Zen. Qui il simbolo impera ed esalta la bellezza nella sua semplicità, non immagine, ma senso della vita nella più profonda spiritualità.
La flora tipicamente originaria del mondo giapponese si integra in modo piacevole, dando all’insieme un intenso richiamo d’Oriente.
Tra le specie principali si segnalano:
Bambusa vulgaris, Corylus avellana “Contorta”, Bambusa arundinacea “Aurea”, Pinus parviflora “Pentaphylla”, Chamaecyparis “pisifera Filifera Aurea”, Cryptomeria japonica “Globosa”, Acer palmatum, Corylopsis pauciflora, Cornus kousa, Ilex crenata, Cydonia japonica, Mahonia iaponica, Sophora japonica, Lagerstroemia indica, Chamaecyparis obtusa “Nana”, Nandina domestica.
Il giardino giapponese, inoltre, prevede la presenza di alcun animali tipici dell'estremo Oriente come la carpa Koi e la tartaruga d’acqua Xuánwǔ (in italiano Genbu), una tartaruga nera guardiana del nord.
Questo spazio sottolinea lo sguardo internazionale che caratterizza oggi Villa Ormond, come sede dell'Istituto dei diritti umanitari e di catering o banqueting internazionali.
Il Parco e la villa: un po’ di storia.
Bellissimo parco nel centro cittadino, a pochi passi dal mare. Una vasta oasi verde, ricca di vegetazione esotica, dove l’elemento architettonico dominante, oltre alla Villa, è la fontana in pietra con putti, opera di Pietro Agosti.
Le piante più significative conservate nel parco sono raggruppate nel prestigioso Palmetum, uno spazio in cui primeggiano due gruppi di palme Phoenix di notevoli dimensioni, una magnifica Erythrina crista-galli, dall’incantevole fioritura rosso sangue, alcune Jacaranda mimosifolia, Cinnamomum camphora, grandi Ficus macrophylla, Corynocarpus laevigatus, Washingtonia filifera, Washingtonia robusta, Caesalpinia gilliesii, Trithrinax campestris, Nolina longifolia, ecc.
Il catasto “napoleonico” del 1812 individuava i terreni oggi compresi nel grande parco Ormond, come perfetti campi destinati ad agrumeto ed oliveto, proprio per la posizione favorevole, ma la destinazione d’usa cambiò pochi anni dopo, con una nuova impostazione francese a sostituzione di quella di parco all’italiana.
L’intera proprietà era della famiglia sanremese Rambaldi, che vendette la villa agli Ormond prima del 1887, l’anno del terremoto che distrusse la frazione di Bussana Vecchia.
Michel Louis Ormond (1828–1901) era un commerciante di tabacco d’origine svizzera, che si trasferì a Sanremo per desiderio della moglie francese, Marie Marguerite Renet (1824–1925), donna di salute cagionevole.
La vecchia villa Rambaldi, aggravata dai danni del terremoto, venne ricostruita per volontà degli Ormond, i quali affidarono il progetto all’architetto svizzero Emile Réverdin, che tradusse la sua formazione parigina in un impianto classico e lineare.
La villa venne completata nel 1889. Il grande parco, ormai, era attraversato dalla via Aurelia, che portava verso il centro cittadino, e dalla ferrovia più a sud. Lo spazio verde venne così modellato secondo la progettualità francese del secondo Ottocento, sull’esempio dell’Alphand e di André.
I terrazzamenti liguri e gli agrumeti vennero eliminati in favore di viabilità comode e panorami sempre variati. Le piante esotiche furono collocate accanto agli ulivi e agli agrumi. Il progetto del parco riprese un andamento a “stanze” con ambienti vegetali molto caratterizzati: palmeto, area dei cedri, antico oliveto, sequenza di Ficus e grandioso panorama centrale ispirato al tema del giardino all’italiana, ancora oggi ben visibile.
Sono stati numerosi gli ospiti illustri di Villa Ormond: i principi di Prussia, il Duca d’Aosta e la celebre principessa Elisabetta d’Austria, sono tra questi.
Dopo la morte di Marie Marguerite - avvenuta nel 1925 - la proprietà fu acquisita, nel 1928, dal Comune di Sanremo e messa a disposizione della nuova progettualità dell’ingegner Pietro Agosti.
Il piazzale situato nella zona retrostante la villa, per le sue dimensioni, negli anni è stato destinato a manifestazioni e cerimonie di premiazione, sportive e artistiche.
La villa, che in seguito fu anche sede del Tribunale di Sanremo, ritornò ad essere sede di eventi, ospitando importanti mostre floreali internazionali, che ancora oggi richiamano un pubblico consistente.
Nel Parco di Villa Ormond, è possibile ammirare il Giardino giapponese, frutto dell’amicizia che unisce la città di Sanremo con la città di Atami.
Su di un tappeto erboso dal verde intenso, sono sistemati in modo fantasioso, massi e pietre che ne mettono in risalto la bellezza e creano un’atmosfera tipica, in armonia con gli alberi e gli arbusti. Particolarmente suggestivo è l’angolo ispirato alla filosofia Zen. Qui il simbolo impera ed esalta la bellezza nella sua semplicità, non immagine, ma senso della vita nella più profonda spiritualità.
La flora tipicamente originaria del mondo giapponese si integra in modo piacevole, dando all’insieme un intenso richiamo d’Oriente.
Tra le specie principali si segnalano:
Bambusa vulgaris, Corylus avellana “Contorta”, Bambusa arundinacea “Aurea”, Pinus parviflora “Pentaphylla”, Chamaecyparis “pisifera Filifera Aurea”, Cryptomeria japonica “Globosa”, Acer palmatum, Corylopsis pauciflora, Cornus kousa, Ilex crenata, Cydonia japonica, Mahonia iaponica, Sophora japonica, Lagerstroemia indica, Chamaecyparis obtusa “Nana”, Nandina domestica.
Il giardino giapponese, inoltre, prevede la presenza di alcun animali tipici dell'estremo Oriente come la carpa Koi e la tartaruga d’acqua Xuánwǔ (in italiano Genbu), una tartaruga nera guardiana del nord.
Questo spazio sottolinea lo sguardo internazionale che caratterizza oggi Villa Ormond, come sede dell'Istituto dei diritti umanitari e di catering o banqueting internazionali.